Biancoscudati: Società

Vai al contenuto

Connettiti
Nuovo utente? Registrati ora! Aiuto

Classifica serie C - Girone C

 

   

Società

Pietro Lo Monaco acquisisce il 67% delle quote ...

13 giu 2012 08:45 | Kronos in Società
E' stato un pomeriggio caldissimo, una sorta di anticipo della ormai prossima stagione estiva, quello vissuto oggi con relativa ansia da un nutrito gruppo di tifosi messinesi in via La Farina, davanti al civico 40, sede dello studio del notaio Arrigo, in attesa della definizione dell'accordo che doveva portare al passaggio delle quote dell'Acr Messina nelle mani del gruppo Lo Monaco, rappresentato da Vincenzo Lo Monaco, Antonio Carbone, Isidoro Torrisi, fino a pochi giorni fa rispettivamente Direttore Generale, Amministratore Delegato e Consigliere del Milazzo. Alle 19.30, finalmente, dal balcone dello studio notarile si sono affacciati Lello Manfredi, Niki Patti, Antonio Morgante, Giovanni Di Bartolo, insieme a Vincenzo Lo Monaco e Isidoro Torrisi. I baci e gli abbracci sono stati il suggello della buona conclusione di una trattativa avviata in modo concreto da meno di trenta giorni. Poi, un piccolo bagno di folla (e di sudore) in strada, con il nuovo amministratore unico Isidoro Torrisi, che si dice pronto a fare del proprio meglio: «Sono da poco nel mondo del calcio e conosco le difficoltà di questo ambiente. Ma ho studiato a fondo la situazione economica e sono certo che ci sarà molto da lavorare. Ma, anche da catanese, voglio collaborare con il gruppo Lo Monaco, come a Milazzo, per raggiungere i migliori risultati».

Gli ultimi giorni erano stati frenetici, con Immacolato Bonina che, dopo un anno circa da "promesso sposo", si vedeva sorpassato dai Lo Monaco nel ruolo di nuovo patron del Messina, e provava a fare un'offerta alternativa alla compagine societaria. Ma, alla fine, ha avuto la meglio la determinazione e la caparbietà di Pietro e Vincenzo Lo Monaco e l'accordo è stato raggiunto sulla base di quanto stabilito in un preliminare firmato nella scorsa settimana dalle parti. Ieri pomeriggio Bonina ha incontrato i tifosi dei club al "San Filippo", i quali hanno confermato il proprio sostegno all'offerta di Lo Monaco, ritenuta molto più concreta. Alla fine, l'imprenditore barcellonese si è fatto da parte, per garantire il bene del Messina ed ha dato la propria disponibilità a partecipare al progetto di rilancio del calcio peloritano.

Pietro Lo Monaco, in serata, al telefono in collegamento su RTP, è orgoglioso del passo fatto: «Occorre innanziturro un settore giovanile che dia sostanza alla società per raggiungere nel più breve tempo possibile il mondo che spetta al Messina, prima il calcio professionistico e poi gli scenari ancora più prestigiosi. Illustreremo i programmi della nuova Acr in una conferenza stampa che vorremmo fare sabato prossimo, nella quale diremo chi sarà l'allenatore, i calciatori e l'organigramma dirigenziale. Quel che è certo è che il Messina ha già uno staff tecnico definito, calciatori, il settore giovanile, la sede del ritiro a Castel di Sangro, e una sorpresa per i tifosi del Messina: probabilmente, se il San Filippo sarà pronto a reggere il peso dell'evento, la prima uscita ufficiale del Genoa potrà essere a Messina in un "memorial Franco Scoglio". Vorremmo riprenderci il nome vecchio del Messina, ovvero Associazione Calcio Riunite, la sigla storica alla quale anche io, che ci ho giocato, sono molto affezionato. Da quarant'anni sono legato a questa città e vorremmo far tornare l'entusiasmo in città attorno al calcio. Io ho sempre vissuto a Messina, da quando ci sono arrivato a 18 anni, e mi fa piacere tornarci. Poi, c'è una grande opportunità per mio figlio che è lì per vigilare e fare in modo che tutto si svolga secondo canoni di capacità e correttezza, con uno staff tecnico e dirigenziale con un messinese come l'avv. Sergio Marullo vice presidente della società. Vogliamo creare una società che esprima amore verso la città».
Alla domanda sul supporto degli imprenditori Lo Monaco preferisce dare una piccola frecciata a chi, negli ultimi giorni, aveva provato a fare una offerta alternativa, ovvero Immacolato Bonina: «Noi abbiamo proceduto seguendo un percorso chiaro, partendo dall'esame delle carte contabili, e, una volta effettuato, ci siamo accollati questo impegno. Vorrei anche precisare che, secondo quanto emerso dall'ultimo Consiglio Federale, non ci saranno ripescaggi in lega Pro, perchè si intende restringere il campo delle partecipanti per fare una C di elìte. É chiaro che, se ci fosse un minimo spiraglio, noi ci faremmo trovare pronti, ma è giusto non alimentare false speranze».

Lo Monaco, poi, parla del lavoro fatto a Catania: «Voglio precisare che, riproporre a Messina il miracolo, fatto di impegno e capacità, realizzato a Catania. Lì siamo partiti da una società di B che aveva milioni di euro di debiti, senza patrimonio calciatori, e siamo arrivati in A con una valutazione della rosa di 350 milioni di euro e un centro sportivo come quello di Torre del Grifo. A Messina si potrebbe anche fare di meglio, ma occorre lavorare per gradi e partire organizzandoci bene con giovani giusti per formare una squadra che sia in grado di vincere un campionato difficilissimo come quello di D».

Vincenzo Lo Monaco chiarisce il rapporto professionale con il padre: »Io vengo trattato da lui come tutti gli altri, da un punto di vista professionale. Tutto è basato sulla capacità di raggiungere i risultati e, aldilà del carattere, se lui è determinato, si lavora al massimo».

A completare la trattativa, con l'acquisto del 100% delle quote, manca il 33% della Trinacria srl, il cui rappresentante, Peditto, non era oggi a Messina. Ha inviato una procura da Milano, e, domani, dal notaio Arrigo, si trasferirà anche l'ultima parte del pacchetto azionario.

Da sabato, quindi, con la presentazione alla città, partirà il nuovo Messina targato Lo Monaco. L'auspicio è che l'entusiasmo cresca con il progredire del progetto. La prima impressione è che si è ritornato, finalmente, anche da queste parti, a parlare di calcio. E questo è un grandissimo risultato. Per le vittorie, unico propellente per qualsiasi impresa sportiva, occorrerà aspettare qualche mese.

Davide Mangiapane
Leggi tutto →    0 commenti    -----

FC Messina: la FIGC condanna i Franza

10 dic 2010 07:15 | in Società
Pubblichiamo il comunicato n. 37/CDN del 9/12/2010, con il quale la FIGC ha inibito per 3 anni i fratelli Vincenzo e Pietro Franza, per 18 mesi Alberto Donato e per un anno Francesco Cambria in merito al fallimento della FC Messina Peloro srl:

FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO
00198 ROMA – VIA GREGORIO ALLEGRI, 14
CASELLA POSTALE 2450
COMUNICATO UFFICIALE N. 37/CDN
(2010/2011)


La Commissione Disciplinare Nazionale, costituita dall’Avv. Sergio Artico, Presidente;
dall’Avv. Alessandro Vannucci, dal Dott. Antonio Frittella, Componenti; dall’Avv. Gianfranco Menegali, Rappresentante AIA; dal Sig. Claudio Cresta, Segretario, con la collaborazione dei Signori Salvatore Floriddia e Nicola Terra, si è riunita il giorno 25 novembre 2010 e ha assunto le seguenti decisioni:
“”
(120) – DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE A CARICO DI: PIETRO FRANZA, VINCENZO FRANZA, ALBERTO DONATO, EMANUELE ALIOTTA,ROBERTO CORONA, SERGIO GASPARIN e FRANCESCO CAMBRIA (Fallimento Società FC Messina Peloro Srl ● (nota N°. 1825/1339pf08-09/SP/AM/Seg del
1.10.2010).
Il deferimento
Con atto del 1° ottobre 2010 il Procuratore Federale ha deferito questa Commissione i Signori:
● Pietro Franza, per la violazione dell’art. 1, comma 1, del CGS in relazione all’applicazione della norma di cui all’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF, avendo ricoperto, dal 31 luglio 2002 e sino alla data della sentenza dichiarativa di fallimento la carica di procuratore speciale con tutti i poteri, con firma singola, di “ordinaria e straordinaria amministrazione, esclusi soltanto quelli per cui la legge non consente deleghe”, dal 31 ottobre 2003 al 1° agosto 2008 la carica di Presidente del Consiglio di amministrazione;
dal 13 gennaio 2003 al 1° agosto 2008 la carica di amministratore elegato e dal 1° agosto 2008 e sino alla data della sentenza dichiarativa di fallimento la carica di consigliere di amministrazione della società F.C. Messina Peloro Srl;
● Vincenzo Franza, per la violazione dell’art. 1, comma 1, del GS, in relazione all’applicazione della norma di cui all’art. 21,commi 2 e 3, delle NOIF, avendo ricoperto dal 31 luglio 2002 e sino alla data della sentenza dichiarativa di fallimento la carica di procuratore speciale con tutti i poteri, con firma singola, di “ordinaria e straordinaria amministrazione, esclusi soltanto quelli per cui la legge non consente deleghe”, nonché dal 31 ottobre 2003 al 1° agosto 2008 la carica di vice presidente del Consiglio di amministrazione; dal 13 gennaio 2003 al 1° agosto 2008 la carica di amministratore delegato e dal 1° agosto 2008 e sino alla data della sentenza dichiarativa di fallimento la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione della società F.C. Messina Peloro Srl;
● Alberto Donato, per la violazione dell’art. 1, comma 1, del CGS in relazione all’applicazione della norma di cui all’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF, avendo ricoperto, dal 13 gennaio 2003 al 13 dicembre 2006 la carica di consigliere delegato della F.C. Messina Peloro Srl; dal 13 dicembre 2006 al 1° agosto 2008 la carica di consigliere di amministrazione e procuratore speciale della Società F.C. Messina Peloro Srl;
● Emanuele Aliotta, per la violazione dell’art. 1, comma 1, del CGS in relazione all’applicazione della norma di cui all’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF, avendo ricoperto dal 31 ottobre 2003 al 20 aprile 2008 la carica di consigliere di amministrazione della
società F.C. Messina Peloro Srl;
● Roberto Corona, per la violazione dell’art. 1, comma 1, del CGS in relazione all’applicazione della norma di cui all’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF, avendo ricoperto, dal 13 dicembre 2006 al 1° agosto 2008 la carica di consigliere di amministrazione della società F.C. Messina Peloro Srl;
● Sergio Gasparin, per la violazione dell’art. 1, comma 1, del CGS in relazione all’applicazione della norma di cui all’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF, avendo ricoperto, dal 3 agosto 2007 al 4 giugno 2008, la carica di consigliere di amministrazione della Società F.C. Messina Peloro Srl;
● Francesco Cambria, per la violazione dell’art. 1, comma 1, del CGS in relazione all’applicazione della norma di cui all’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF, avendo ricoperto dal 1° agosto 2008 e sino alla data della sentenza dichiarativa di fallimento la carica di consigliere e amministratore delegato della F.C. Messina Peloro Srl.
Il procedimento
Con riferimento alla posizione del Sig. Emanuele Aliotta va dato atto che la raccomandata contenente la convocazione del predetto per la riunione del 25/11/2010 è stata restituita al mittente risultando il destinatario deceduto.
Non vi è quindi luogo a provvedere nei confronti di Aliotta Emanuele.
Gli altri incolpati hanno depositato in termini ampie ed articolate memorie corredate da relazione di consulenza tecnica nelle quali, previo richiamo ai principi enunciati dalla Corte
Federale con il noto parere interpretativo sull’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF, hanno eccepito la nullità dell’atto di deferimento per mancata indicazione degli specifici profili di
colpa ascritti agli incolpati ed hanno chiesto comunque di essere prosciolti dagli addebiti,sostenendo che nella documentazione depositata in atti dalla Procura Federale non sarebbe rinvenibile alcun atto idoneo a dimostrare che ciascun incolpato abbia contribuito, con comportamenti di mala gestio o comunque scorretti anche sotto il profilo sportivo, al dissesto della Società. In particolare, Pietro e Vincenzo Franza hanno dettagliatamente ricostruito le vicende del Fallimento sino al recente deposito, da parte della controllante della Società fallita, di istanza di concordato ai sensi dell’art.124 della Legge Fallimentare, mentre il Gasparin ha evidenziato di aver svolto, con esito ampiamente positivo e proficuo per la Società, incarichi di supervisione, controllo e revisione, provvedendo alla riduzione dei compensi degli sportivi professionisti e dello staff tecnico e sanitario nonché alla riduzione dei costi per servizi sportivi e commerciali usufruiti dalla Società e conseguendo un rilevante saldo attivo, pari a € 1.503,632, dalla campagna trasferimenti, come risulta dall’estratto della relazione trimestrale del Dr. Gasparin allegato alla memoria difensiva.
Alla riunione del 25 novembre è comparso il rappresentante della Procura Federale, il quale ha chiesto l’affermazione della responsabilità degli incolpati e l’adozione delle seguenti sanzioni: per Pietro e Vincenzo Franza 5 anni di inibizione; per Alberto Donato 3 anni di inibizione; per Roberto Corona e Francesco Cambria 2 anni di inibizione ciascuno;
per Sergio Gasparin 1 anno di inibizione.
Sono inoltre comparsi personalmente Pietro Franza e Sergio Gasparin, assistiti dai rispettivi difensori, i quali hanno insistito per l’accoglimento della eccezione preliminare di
nullità dell’atto di deferimento e, per il caso di mancato accoglimento di tale eccezione, hanno chiesto il proscioglimento di tutti gli incolpati.
I motivi della decisione
Ad avviso della Commissione non merita accoglimento l’eccezione preliminare di nullità dell’atto di deferimento, essendo evidente che l’atto in questione contiene la descrizione precisa, dettagliata e documentata degli elementi necessari e sufficienti ad integrare la violazione della disposizione dell’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF da parte degli incolpati.
L’atto di deferimento ripercorre, infatti, passo dopo passo la cronologia degli avvenimenti sfociati nella dichiarazione di fallimento della Società Peloro Messina ed indica per i singoli
incolpati le cariche da ciascuno rivestite negli organi direttivi della Società al momento della sentenza dichiarativa di fallimento o nel precedente biennio.
Ciò non esclude che venga, ovviamente, fatto salvo il diritto di difesa degli incolpati (i quali, peraltro, lo hanno nella specie esercitato in modo assai brillante e completo), specialmente
alla luce dei principi enunciati nel parere interpretativo della Corte Federale, incondizionatamente recepito dagli Organi di giustizia sportiva, secondo cui la responsabilità dell’amministratore ex art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF non discende automaticamente dalla carica ricoperta ma deve essere accertata applicando i comuni criteri in materia di onere della prova e valutando la condotta dei singoli incolpati sotto il
profilo dell’influenza della stessa nella determinazione del dissesto della Società.
Passando all’esame del merito, la Commissione osserva, uniformandosi ai criteri applicati nella propria precedente delibera pubblicata nel C.U. N°. 98/CDN della corrente stagione
sportiva, che la documentazione acquisita agli atti è sufficiente a far ritenere incontestabilmente imputabile il dissesto societario che ha condotto alla dichiarazione di fallimento ed alla revoca dell’affiliazione innanzi tutto ai soggetti che hanno rivestito posizioni apicali nella Società ed in particolare a Vincenzo e Pietro Franza, i quali in momenti diversi hanno assunto la carica di Presidente del Consiglio di amministrazione e
di amministratore delegato della Società ed esercitato amplissimi poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. Analoghe considerazioni valgono, in misura gradualmente attenuata, per i Signori Alberto Donato e Francesco Cambria, i quali hanno partecipato alla gestione finanziaria della Società con poteri di notevole ampiezza ed importanza.
La responsabilità dei predetti non è scriminata dalle vicende successive del Fallimento, atteso che allo stato attuale e pur dopo la presentazione dell’istanza di concordato fallimentare, non sono venuti meno i presupposti per l’applicazione della norma di cui all’art. 21, commi 2 e 3, delle NOIF.
L’accertamento della responsabilità dei predetti incolpati comporta l’applicazione nei confronti degli stessi, in ragione della diversa incidenza delle condotte a ciascuno di essi
addebitate, delle sanzioni indicate nel dispositivo.
Alla luce dei principi posti dal più volte richiamato parere interpretativo della Corte Federale, non appare invece provata alcuna responsabilità in capo al Signor Roberto Corona, non essendo stato fornito dall’accusa alcun elemento in merito a comportamenti specificamente riferibili allo stesso. Va altresì considerato che il Corona, nella veste di semplice consigliere di amministrazione sprovvisto di deleghe, non godeva di poteri che gli consentissero di compiere (o di evitare che altri potessero compiere) atti influenti nella determinazione del dissesto della Società.
Una trattazione a parte va, infine, riservata alla posizione del Dottor Sergio Gasparin.
Questi, avendo rivestito l’incarico di componente del Consiglio di amministrazione della Società con specifiche deleghe relative alla gestione sportiva dal 3 agosto 2007 al 4 giugno 2008, data di presentazione delle sue dimissioni, avrebbe teoricamente potuto
porre in essere, nello svolgimento dell’incarico conferitogli, condotte scorrette idonee ad influire nella determinazione del dissesto della Società. Peraltro, nella documentazione allegata al deferimento non si rinviene alcun elemento a suo carico, mentre dalle argomentazioni difensive, in particolare dalla relazione tecnica del Dottor Antonio Morgante prodotta in atti e dai documenti ad essa allegati, emerge la prova del corretto
assolvimento da parte dell’incolpato dei compiti affidatigli nonché del conseguimento da parte sua di risultati utili e proficui per la Società, consistenti ad esempio nella riduzione
delle uscite per compensi agli sportivi professionisti e ad altri collaboratori della Società e nel conseguimento di un cospicuo saldo attivo nella “campagna trasferimenti”. Ulteriore dimostrazione del comportamento di buona fede ed immune da colpe tenuto dal Gasparin si ricava, poi, dalla circostanza che egli si sia dimesso dalla carica di consigliere di amministrazione in data 4 giugno 2008, in conseguenza della preannunciata scelta da
parte della proprietà di rinunciare alla disputa di campionati professionistici, decisione che rendeva impossibile per l’incolpato l’ulteriore svolgimento dei compiti affidatigli in seno alla Società.
Per le considerazioni svolte si impone il proscioglimento degli incolpati Corona e Gasparin.
Il dispositivo
la Commissione Disciplinare Nazionale dichiara non luogo a provvedere nei confronti di Emanuele Aliotta.
Proscioglie dagli addebiti loro ascritti Sergio Gasparin e Roberto Corona.
Infligge a Vincenzo Franza e Pietro Franza la inibizione per anni 3 (tre) ciascuno, ad Alberto Donato la inibizione per mesi 18 (diciotto) ed a Francesco Cambria la inibizione per anni 1 (uno).
Il Presidente della CDN
Avv. Sergio Artico

Pubblicato in Roma il 9 Dicembre 2010

Il Segretario Federale
Antonio Di Sebastiano

Il Presidente Federale
Giancarlo Abete

Leggi tutto →    1 commenti    -----

Messina: Un poker per rilanciare

05 dic 2010 18:19 | in Società
Il Messina passa a Caserta con il gol di Cocuzza all' 11' del primo tempo, incassa la quarta vittoria consecutiva, ma non è sazia del "poker". Mercoledì 8, infatti, al "S. Filippo", sarà di scena l'Ebolitana, ovvero la capolista del campionato, oltre che la squadra di alcuni tra quei calciatori prima sedotti dalle sirene del "clan Di Mascio" all'inizio di questa stagione, poi "deportati" a Caserta con gli indumenti di gioco dell'Acr, al momento in cui l'ex "patron" sembrava destinato a tornare nella città della Reggia, ed infine "fermati ad Eboli", insieme al trainer Pensabene.
Dando una breve occhiata alla rosa dei bianco-azzurri, infatti, ecco i nomi di Astarita, De Pascale, Giudice, Nigro, Toscano, De Sena e Pignatta, tutti passati prima da Trevi e poi da Messina per poi abbandonare lo Stretto poco prima dell'esordio in Coppa Italia contro il Valle Grecanica, ovvero la famosa gara dello 0-6 casalingo e dei pochissimi irriducibili tifosi della collinetta sovrastante il "S. Filippo".
Con il senno di poi, si potrebbe dire che, alla fine, siamo tutti contenti così. I "profughi" hanno trovato asilo ad Eboli e adesso sono in testa alla classifica. I "reprobi", come potremmo definire i tifosi del Messina vessati da almeno un biennio di umiliazioni sportive e non solo, stanno pian piano ritrovando la propria squadra, grazie all'avvento della nuova dirigenza capitanata da Bruno Martorano, ma soprattutto per merito di un gruppo di giocatori, guidati dal signor Loris Beoni, che hanno superato notevoli traversie e adesso, ritrovata un minimo di serenità, provano ad innescare e rendere concreta una rimonta che avrebbe davvero il sapore dell'impresa.
Non si fa in tempo ad archiviare la vittoria di Caserta che è quindi già tempo di vigilia.
La sfida è molto stimolante, aldilà dell'avversario, con tutto il rispetto dovuto alla capolista del torneo. Si tratta infatti di uscire dal limbo nel quale le scelte infami della vecchia proprietà dell'FC Messina prima e dell'Acr Messina dopo hanno cacciato la passione calcistica di una intera città, mai umiliata come lo è stata in questi ultimi due anni e mezzo.
I traumi sono difficili da superare, ma è l'ora di ritornare ad avere fiducia nelle capacità tecniche dei calciatori, nella loro forza e nel desiderio di ottenere il risultato che, per noi che tifiamo Messina non può che essere la vittoria.
Quindi, è il momento di tornare in tanti allo stadio, per impadronirci di questo campionato che non ci appartiene e iniziare a meritarci, di nuovo, il posto che ci spetta.
Come direbbe un utente storico del nostro forum:
FORZA MESSINA SEMPRE.
Leggi tutto →    5 commenti    -----